Keren Ann - “101”
Perché, in definitiva, basterebbe poco per scrivere un bell'album pop. Il genere in questione è matematica, è un canone di regole semplici e al contempo dinamiche. È un mezzo popolare che annulla la diastratia tipica di generi più complessi che, se da un lato appiattisce contenuto e forma, dall'altro pone musicista e ascoltatore sullo stesso piano.
Keren Ann ha compreso il concetto (in realtà l'aveva già fatto suo con "Not Going Anywhere", ma la scrittura era acerba, il tocco grezzo e il risultato modesto) e dimostra come per scrivere grandi brani pop occorra pensare in grande e scrivere in piccolo.
La melodia è un dono, d'altronde, e le origini israeliane, russe, olandesi e giavanesi tradiscono un'abbondanza di elementi armonici che confluisce, soprattutto in "101", in un'enorme bolla melodica dalle molteplici cromature.
Il folk dei precedenti album ha ceduto il passo a un suono non necessariamente più maturo ma sicuramente più personale, che offre tracce come "My Name Is Trouble" o "You Were on Fire", coi suoi bassi rotondi e quell'atmosfera un po' Air, un po' Beth Orton e parecchio Zero 7 (quelli ispirati di "Simple Things"), diluendo e rendendo soffusa la cifra armonica di un album sicuramente ispirato. Ispirato e personale al punto da sconfinare nel lounge, in una dance accennata, minimale, discreta, che serpeggia con quell'andatura anni 70 che sa di fumi colorati, strane carte da parati, capelli lunghi e gonne corte.
Luoghi comuni? Si. "101" non s'impone, non lascia un segno deciso forse proprio perché a tratti abbandona il canone delle regole semplici e inizia a piacersi, a girare in tondo senza arrivare al punto, guidato da splendida voce, da partiture strappate ai Belle And Sebastian ("Sugar Mama") o da idee ridondanti come il conto alla rovescia ("one-hundred and one forests, one-hundred days to abandon, ninety-nine percent [...] one God") della traccia che dà il titolo all'album.
"101" è un album che non aggiunge e non toglie nulla ma lo fa con grazia e sapienza.
È statico, caotico, leggero, godibile, semplice, pulito, elegante, banale, gentile. È pop.